Storia

La prima lezione divulgativa in assoluto di Battodo in Italia si è tenuta a Milano nel 1987, seguita da una dimostrazione nel mese di giugno.
Fino ad allora, l'uso reale della katana (bunkai, taglio, combattimento sia pure con il bokken) non era mai stato divulgato: l'idea che la katana tagliasse davvero era solamente una fantasia cinematografica.
Le lezioni erano tenute per un ristretto numero di allievi, sia per il battodo che per il Muso Shinden tradizionale (molto tradizionale); solamente dal 1990, tali insegnamenti vengono allargati ad un numero maggiore di allievi, pur non essendo ancora ufficialmente nata l'attuale associazione.
Nel 1994, in occasione del primo stage internazionale, viene ufficiosamente istituzionalizzata una prima forma di associazione vera e propria.
Nel frattempo, varie dimostrazioni e stage internazionali e nazionali si sono svolti in tutta Italia.
Nel 1996, su richiesta dei membri più anziani, nasce infine ufficialmente l'Associazione Shobukan Battodo Italia che diventerà poi l'attuale a.s.d. BATTODO ITALIA.
Nelle foto storiche si possono trovare alcuni riferimenti a manifestazioni e stage svoltesi all'epoca.
Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, almeno quanti ne sono passati di maestri e di praticanti; federazioni, associazioni e scuole simili ne sono nate altrettante.
Per tradizione e per storia, all'interno della nostra scuola è sempre stato vietato l'uso delle shinken (spade moderne iper affilate), nate con l'esclusivo scopo di tagliare (tameshigiri), che illudono solamente il praticante di saper usare una katana, cosa che oggigiorno avviene quasi sempre.
Iaido - Battodo - Kenjutsu
Scuola di studio delle Arti Marziali antiche


Il Battodo divulga ed insegna il reale uso della Katana (spada giapponese), arma elitaria e propria dei Samurai del Giappone feudale e di un passato non troppo remoto, giunto fino a noi tramandato da maestro ad allievo all'interno di una scuola (Ryu), nel rispetto massimo della tradizione, implicando anche uno studio mentale e filosofico.
Oggi che la guerra focalizza ben altre tecnologie, è alquanto evidente che, se l'arte marziale si riducesse solo alla tecnica della spada di per sè, sarebbe anacronistica; questa forma d'arte pone il praticante di fronte all'avversario più difficile e subdolo: se stesso.
Lo studio attraverso questo strumento acquisisce valore come mezzo di educazione della mente, del profondo interiore personale, come ricerca dell'io vero, attraverso la pratica costante e lo zen che ne permea ogni momento (concentrazione, costanza, sacrificio, controllo delle emozioni, delle paure, dell'orgoglio e della volontà di apparire), come ricerca di uno stato di vuoto mentale (mushin) e la riscoperta dell'energia vitale (ki).
Tutto questo passa chiaramente attraverso la pratica fisica (aspetto esteriore) che prevede dapprima lo studio delle tecniche di base (khion) per passare poi alle forme (kata) proprie della scuola ed ai tagli, come conseguenza logica della tecnica acquisita; volontari, coscienti, premeditati e non casuali, che dimostrerebbero essenzialmente una cosa ovvia: la katana taglia!
Tutto questo in un crescendo tecnico che porta il praticante all'acquisizione di uno spirito "Samurai" anche nel quotidiano, alla ricerca eterna del migliorarsi.

L'allenamento


L'allenamento inizia e finisce con il saluto (rei), a significare il rispetto che si porta alla pratica, alla spada, al dojo e al maestro.
Si studiano i movimenti fondamentali: l'estrazione (nuki tsuke), il taglio (kiri tsuke), la pulizia della lama (chiburi) e il rinfodero (noto).
Si passa quindi allo studio dei kata di scuola antica, risalenti all'epoca feudale del Giappone.

L'equipaggiamento


Serve una spada di legno (bokken o bokuto), che solo dopo alcuni mesi di pratica viene sostituita da una spada da allenamento (iaito), per poi passare ad una spada vera (katana); ci si veste con casacca (keikogi), pantaloni tradizionali (hakama) e cintura (obi).

C'è sempre modo di migliorarsi


"L'addestramento di un samurai dura tutta la vita e conosce varie fasi.
Nella prima, al più basso livello, per quanto ti eserciti non sembri far progressi, sai di essere maldestro e pensi lo stesso degli altri. A questo punto, manco a dirlo, non sei di alcuna utilità per il Daimyo.
Ad un livello intermedio sei ancora pressochè inutile, perchè sei consapevole delle tue deficienze e cominci a riconoscere i difetti degli altri.
Quando un samurai raggiunge il livello più alto, è in grado di cavarsela in qualsiasi situazione grazie alla sua saggezza e non ha quindi più bisogno degli insegnamenti altrui. Ha fiducia nella sua abilità, gode a ricevere gli elogi, si dispiace degli altrui fallimenti. Questo samurai è utilissimo al servizio del Daimyo.
Ma, ancora più in alto di questo livello, si trovano coloro il cui volto non tradisce mai il pensiero e che mai esibiscono la loro bravura, anzi fingono ingnoranza e incompetenza. E quel che più conta, rispettano l'abilità degli altri. In molti casi è questo il massimo cui si possa aspirare.
Ma ad un livello ancora più alto c'è quel regno supremo che trascende la bravura dei comuni mortali. Chi accede a questo regno e vi penetra nel profondo, si accorge che non finirà mai di addestrarsi, migliorare sè stesso e che non arriverà mai ad essere soddisfatto delle sue fatiche.
Un samurai deve quindi conoscere bene i suoi difetti e passare la vita ad addestrarsi, senza mai ritenere di aver fatto abbastanza.
S'intende, non si deve mai essere troppo sicuri di sè, ma neppure bisogna sentirsi inferiori agli altri."

Battodo Italia


Scuola di studio delle arti marziali tradizionali giapponesi, la prima a divulgare ed insegnare in Italia il Battodo e l'utilizzo reale delle armi tradizionali giapponesi usate in antichità dai samurai (katana - spada lunga, wakizashi - spada corta, naginata, yari, ecc.).
La differenza tra la scuola di Iaido e Battodo è puramente teorica. Dal punto di vista pratico si rivela nei diversi kata, ma l'uso della katana, lo scopo, il modo i cui si utilizza l'arma, la tecnica e le sue basi, l'interazione tra l'arma e la persona sono in simbiosi.
I tagli che ne risultano sono una conseguenza naturale di una tecnica corretta studiata e acquisita: direzione, angolazione dell'arma, dominanza e controllo.
Tutti i nostri maestri e istruttori sono riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.

M.o Paolo Maggiore e M.o Enni Baldini (Milano, 1998)

(record europeo di taglio in Kesa su materiale misto: cuore in bambou di 12 cm + rennelle di bambou 35 cm per un totale di 47 cm di circonferenza)

Iaido Muso Shinden Ryu
Battodo Tenshin Ryu
Kenjutsu
Jodo

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